Li Orbi de Mozana

LI ORBI DE MOZANA

 

Agli inizi del ‘500, nel corso del bellum Forojuliense tra l’Austria e Venezia, l Serenissima non poté più garantire la sicurezza militare sulla terra friulana. Ciò favorì l’attestarsi delle truppe asburgiche in Friuli, guidate dal conte Cristoforo Frangipane, che occupò le roccaforti principali tra cui Marano. Si ostinò a resistere Gerolamo Savorgnan che, con pochi uomini e gli abitanti di Osoppo, si arroccò sulla fortezza posta sul colle. Durante gli infruttuosi attacchi al forte, si consumò la rappresaglia imperiale sui muzzanesi, impegnati a sostenere le truppe d’assedio veneziane alla fortezza lagunare.

Il conte attuò perciò la tattica dell’intimidazione terroristica, cogliendo l’occasione propizia offertagli dai muzzanesi filo marcheschi, che uccisero in una scaramuccia due messi imperiali. Fu la rappresaglia. Il primo marzo vennero catturati e avviati al Campo di Osoppo 193 uomini. Durante la notte 39 di essi fuggirono. La villa di Muzzana venne messa a sacco e bruciata. I ragazzini resi schiavi e le donne allontanate dal paese. Il giorno dopo, furono inflitte loro le tremende mutilazioni, affinché fossero d’esempio ai riottosi friulani arroccati sul colle. Ai più anziani, in numero di 56 vennero cavati ambedue gli occhi. Dei rimanenti 98, 20 di essi ritenuti troppo giovani, vennero resi schiavi.

A quattro di essi, venne incisa la croce di S. Andrea su ambo le guance, sfigurandoli. Ai rimanenti 74 prigionieri, venne cavato l’occhio destro e tagliate le tre dita della mano destra. Tutti gli occhi vennero riposti in un bacile e fatti vedere dal boia agli esterrefatti assediati. La Serenissima, in seguito, liberò dall’assedio il forte il 30 marzo. Secondo le cronache, alcuni feriti vennero trasferiti a Venezia per essere assistiti e curati ed il doge Leonardo Loredan, quello stesso anno, emanò una Ducale per un vitalizio a loro favore. Venti feriti muzzanesi, furono condotti di fronte a papa Leone X, affinché egli vedesse le bestialità inferte loro dagli imperiali, che negavano l’evidenza. Lo stesso papa però, per ragioni politiche chiederà a Venezia la liberazione del loro aguzzino, il conte Frangipane, catturato il 5 giugno 1514 a S. Gervasio e rinchiuso nella Torricella a Venezia.



222228
Piazza della Motta
Ingresso Castello
Monte dei Pegni
Via dei Molini
Mura del Castello
Albergo Moderno
Borgo di Sotto
Largo San Giacomo
Filanda Marcolini
Piazzetta Pescheria
Via dei Mulini
Chiesetta di San Carlo
Oratorio di San Valentino
Roggia dei Mulini
Campanile di San Marco
Palazzo Pischiutta
Chiesetta di Sant'Ulderico
Chiesa di San Giorgio
Stazione Ferroviaria
Roggia Vallona
Palazzo Tinti
Palazzo Ricchieri
Ponte Adamo ed Eva
La Colonna
Palazzo Pittini
Palazzo del Monte di Pietà
Palazzo Comunale
Palazzo Dolfin-Spelladi
Tempo di collegamento:
10 minuti 1991
Distanza:
Inferiore ai 2 Km
Interesse storico:
Interesse artistico:
Interesse architettonico:


Tempo di collegamento:
10 minuti
Distanza:
Inferiore ai 2 Km
Interesse storico:
Interesse artistico:
Interesse architettonico:


22221
Percorso attorno al Castello di Pordenone


Durata:
1,5 - 2h
Grado di difficoltà:
Interesse storico:
Interesse artistico:
Interesse architettonico: